Gaming

Nel corso degli anni il mondo dei videogame e la rete si sono fusi. Difficile dire se internet è entrato nel mondo dei giochi o il contrario. Le community di player online sono la nuova sharing economy, in cui gli scambi avvengono sottoforma di esperienze di gioco, digital asset, influenza e popolarità, reputazione personale, ambienti multiplayer, conversazioni. Se le app hanno adottato la logica dei pagamenti in-app, i giochi hanno mutuato il concetto con gli acquisti in-game. Il parallelismo continua su più fronti, fino a replicare anche i lati più oscuri con la presenza di veri e propri haters da console, giocatori tossici esattamente come gli haters da tastiera che abitano le piattaforme sociali.

Questo internet gamificato o gaming internetizzato è un ecosistema digitale in cui valgono le stesse opportunità di marketing adottate negli altri canali di intrattenimento, con adattamenti ambientali, engagement e specificità di contenuti e formati. Produrre un game è uno sforzo estremamente oneroso di tempo e risorse economiche, per quanto siano sofisticate le componenti di design, sviluppo e gli aspetti organizzativi. Il gaming come prodotto di marketing tuttavia non richiede di emulare le produzioni Tripla A o Indie, ma può importare da quel mondo una grande consapevolezza di conoscenza delle community di gamer e delle tecnologie. Game engine come Unreal o Unity oggi molto diffusi, hanno ambienti di sviluppo integrati in grado di ottenere risultati coinvolgenti anche limitando l’esperienza di gioco.
Tali motori grafici sono utilizzati anche per sviluppare altre tipologie di applicazioni interattive con rendering in real-time, come demo commerciali, simulazione di ambienti modellati e architetture, configuratori industriali e immobiliari, e spostarsi gradualmente verso i Serious Game.